I buoni propositi son desideri (o sensi di colpa)

Eccoci. Passata la festa, gabbato lo santo. Penitenziagite*. I primi giorni dell’anno sono quelli del day after, giorni hanghover in cui bisogna spurgare tutte le danze & baldanze fatte nei giorni precedenti. Sono giornate difficili, anche perché abbiamo sulle spalle tutto il peso dei buoni propositi. Ovvero ci ritroviamo davanti ai nostri sensi di colpa, alle cose che non abbiamo fatto e avremmo dovuto fare. Sì, perché l’avverarsi dei buoni propositi dipende dal nostro impegno. Mi innervosiscono quelli che con aria sconsolata (e un po’ sfigata) ogni anno ti dicono “speriamo che il nuovo anno porti cose belle”. Ma cosa porti cosa? Mica scendono dal cielo, le cose belle. Ragazzi, diciamolo: un po’ bisogna darsi da fare. Lo dice anche un (altro & inevitabile) studio di un’università americana: i propositi per il nuovo anno sono piuttosto dei desideri, e quindi come tali molto spesso non si avverano, o  non si avverano da soli. Bisogna dargli una aiutino, non servono voli pindarici ma un po’ di forza di volontà quella sì: così in una volta sola avveriamo i buoni propositi e azzeriamo i sensi di colpa. Tipo: vogliamo smaltire quei tre chiletti? No a cappuccino e brioche a metà mattina in ufficio. Sogniamo la casa finalmente in ordine? Facciamoci una lista prima e organizziamoci stanza per stanza. E per quanto riguarda la madre di tutti i buoni propositi –  “diventare la versione migliore di noi stessi” – non fatevi spaventare,  basta poco per sentirsi meglio. Uscire dalla famigertaa comfort zone significa poi solo interrompere il tran tran quotidiano  e fare qualcosa di diverso.  Imparare a memoria una terzina dantesca e pubblicarla su Instagram senza chiedere al figlio malcapitato di turno, o ascoltare una canzone di Calcutta o di Irama sgombrando la mente da ogni pregiudizio. Soprattutto, fate in modo di non volere tutto e subito. Tenete presente che il cervello è un muscolo esattamente come tutti gli altri muscoli del corpo quindi va allenato. Ovvero, al cervello sono necessari 21 giorni di ‘allenamento’ per prendere una nuova abitudine  e quindi per raggiungere i vostri buoni propositi. Sempre la famosa ricerca dice di lasciar passare questi primi 10 giorni dell’anno e poi di partire, senza auto – traumatizzarsi troppo. Sereni che di tempo (per scalare la wish list e sentirsi guilt free  ce n’è: un anno.  In fondo ce lo hanno insegnato le nostre nonne, che a voler fare le cose in fretta si fa male no?

 

* cit Il Nome della Rosa