La cura no – stress di Domenica Live

Ognuno ha il suo. Il mio momento relax/detox/sleepingbeauty, insomma chiamalo come vuoi, tanto si è capito, è il pomeriggio del dì di festa, davanti a Domenica Live. In poltrona, col plaid – copertina di Linus, mug di caffè/the, dò il meglio di me anche esteticamente, con mollettone, occhiali e calzettoni. Di fianco sul pavimento, anche la pila di giornali da leggere o almeno scorrere. Ma poi non leggo niente: perché puntualmente vengo ipnotizzata dal programma, che mi trascina nelle sue spire come Sir Biss di Robin Hood.

Alla corte dei miracoli della Regina Barbara D’Urso passano personaggi – telenovelas cui sta succedendo di tutto (o in calo di popolarità, e che quindi con le ‘ospitate’ si riciclano). Ultimamente si è visto il matrimonio di Annalisa Minetti, l’ennesimo sproloquio di Nina Moric, il pianto di Rita Schillaci, l’immancabile sedicente dietologo dottor Lemme con accusatori e accusatrici quali Mauro Coruzzi/Platinette, Manuela Villa e Serena Grandi, nelle ultimissime puntate anche Gina Lollobrigida con l’affaire del falso matrimonio. Ascoltando le cose pazzesche che vengono dette e raccontate, mi sento Alice in Wonderland, tutte le mie capacità psico – critiche vengono a mancare e rimango imbambolata, cadendo in uno stato di trance tale che mi dimentico persino che domani è lunedì. E che ogni lunedì riparte il vero reality – tragedy della quotidianità, con picchi di assurdo che gli autori di Domenica Live manco se li sognano, eccheperò rilassanti non lo sono affatto. Per cui, Barbara d’Urso tutta la vita. Ma date pure a me ‘ste luci sparate in faccia che tolgono tutti i difetti e illuminano che manco la Madonna. (Ah, a proposito, la Littizzetto ha appena detto a Che Tempo che Fa che la D’Urso non è stata invitata alla state dinner di Obama per Renzi perché, appunto, avrebbe provocato cali elettrici alla White House e la cena sarebbe rimasta al buio).

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