Non potrei fare a meno di…..

Ammettiamolo: sono giorni teribili per le temperature. Anche se è ovvio che sia così perché è estate. In particolare, quando si esce da una stanza o ufficio con l’aria condizionata e si fa un passo fuori, è come come se ci assalisse il fuoco alitato dal drago di Trono di Spade.

E la domanda sorge spontanea: come facevamo a vivere senza aria condizionata?

Fino a 30-40 anni fa nessuno o quasi l’aveva, ma è anche vero che le temperature erano altre, e non si era vittime del riscaldamento globale (né tantomeno dei pipponi di Greta Thunberg, alla quale diamo ragione, ma è che mi fa venire una sconfortante, profonda tristezza tutte le volte che la sento).

Trenta anni fa i solleoni erano a fine luglio, e comunque finché si rimaneva a lavorare in città non ci si spogliava più di tanto: un po’ per senso civico, un po’ perché non se ne sentiva il bisogno. Adesso si va in metro come sul bagnasciuga di Rimini: infradito e canottiera, e via in ufficio.

Trenta anni fa, a luglio un po’ di sudore era politicamente accettabile. Adesso, senza arrivare alla camicia zuppa di Zingaretti, guai già a farsi vedere con il viso e la fronte lucide. Giammai.

Che poi sali sul pullman e già alle 7 di mattina senti un afrore inconfondibile, di sudore appunto, ma questo è un altro discorso, perché la gente non si lava in assoluto tutto l’anno.

Ma passiamo al #2 delle cose di cui oggi non potremmo più fare a meno: i social, ovvio. Facebook,se over 35 e Instagram per i più ggiovani o smart. E a proposito: che vita sarebbe, dagli zero ai cento anni, senza Whats App? Una vita d’inferno, anzi non ci sarebbe vita sul pianeta Terra.

#3: cellulare: vi è mai capitato di sentirvi ‘nudi’ se lo dimenticate a casa e uscite senza o, in caso l’aveste perso o ve lo avessero rubato, avete provato anche voi una sensazione di essere sperduti nel tempo e nello spazio, di sentivi isolati da tutto e da tutti? E pensare che siamo stati teen agers cresciuti con la frase ‘mi ami ma quanto mi ami?’ sussurrata alla cornetta del telefono fisso di casa, mentre si bloccava la porta della camera con una gamba o il braccio.