Mariti sull’orlo di una crisi di nervi (al centro commerciale)

Lo scenario: i weekend di saldi estivi nei centri commerciali.

Ci avete mai fatto caso (Cihamafattocaso, come direbbe Danilo da Fiumicino di Radio Deejay) agli uomini che accompagnano le loro mogli/compagne/fidanzate a fare shopping? I più restano fuori dai negozi e li riconosci perché appunto stazionano appena fuori dagli ingressi, davanti alle vetrine.

Le classi tassonomiche di casi umani maschili vittime dello shopping  sono diverse, ne abbiamo individuate cinque:

#1 – Sguardo perso nel vuoto, tra l’incazzato e il disperato, mani nelle tasche dei jeans.

#2 – Sguardo come sopra, una mano nei jeans e l’altra che tiene il cagnolino (tesoruccio della compagna) al guinzaglio.

#3 – Versione scendi il bambino che lo gioco. Uomo + pupo, quest’ultimo imbarcato prontamente su una di quelle macchinine-carrelli messi a disposizione dai centro commerciali. Il papà spinge/scarrozza il pupo praticamente correndo, facendo fare al due/treenne il grand prix del centro commerciale. E non importa se il bambino piange: papà cammina indefesso fermandosi solo davanti a Foot Locker o alla Levi’s.

#4 – Uomo che aspetta la compagna e che cammina sbraitando al telefono con l’amico (argomenti: i risultati delle partite, il calciomercato o le tariffe del telefonino).

#5 – Infine, uomo da solo (cioè che è venuto a fare shopping da solo), inquadrabile nella categoria “single fighetti”. Lo vedi fare uno shopping ben mirato e ponderato, mentre con occhi da falchetto guarda rapace vetrine dei negozi adocchiando il maglioncino/t shirt /camicia bianca /jeans ‘più giusti, per accaparrarsi il capetto che fa gggiovane.

Noi donne? Bè a  parte che stiamo  tutte dentro i negozi – ci dividiamo fondamentalmente in:

#a – Quelle che prendono 20 vestiti per volta da provare. Si aggirano stravolte fra file di standini, scelgono tutto, si caricano come muli. Una volta in camerino, avviene la scrematura. Fatale. Perché dopo ore e ore di prove (e intanto appunto il marito è fuori chissà dove) si accorgono che nessuno dei capi scelti sta bene addosso. E si infliggono un’auto -fustigazione mentale . “ Ho il culo grosso / la pancia / la cellulite / le braccia molli / le coscione, guarda qua”. Escono depresse e miagolano lamentandosi tutto il resto della giornata con il compagno, triste e rassegnato per il resto del fine settimana..

#b – Quelle selettive: con occhietti rapaci, individuano subito e scelgono un solo capo, anche solo un paio di shorts, che addosso a loro, magre come un chiodo e puzzolenti di fumo, diventa fashion e fa “tipo”. Di solito sono abbronzate e si muovono con un passo marziale.

Comunque: il periodo dei saldi è sociologicamente utile per capire per capire chi sta con chi: l’ultima tipologia descritta è quella che si accompagna al  maschio con cagnolino (#2) o maschio fighetto (#5), mentre la categoria  donne shopaholic si accompagna a uomini depressi (#1), uomini al telefono (#4) o con bambino (#3). Perché lo  shopping apparentemente li scoppia, ma poi li (ri)accoppia.