Età & depressione (da social)

 

L’età anagrafica ormai si può determinare dal modo in cui si utilizzano i social media, soprattutto da quali si usano. Direi che possiamo tracciare una linea di demarcazione: dai 40 in su e dai 40 in giù. Dai 40 in su i social vengono utilizzati (o, meglio, viene al singolare, perché questo target fa esclusivamente uso di Facebook) per documentare la vita familiare (vittorie dei figli a calcio o sugli sci, il primo dentino del nipote). O la vita personale, sia anagrafica (cene e feste di compleanno), sia sociale (i buongiornissimi delle mamme con prole in età scolare, pizzate fra ex – compagni di liceo), sia amorosa – sentimentale (la vacanza per festeggiare l’anniversario del matrimonio ’15 anni di noi’, le mimose ricevute per la festa della donna. Oppure (anche questo è sentimento) si posta la foto del gol del bomber della squadra del cuore o infine (ma qui è veramente il top di gamma) il selfie con Salvini o con Gigi D’Alessio. Dai 40 in giù (facciamo giù fino a 25) invece, i social utilizzati sono due: Instagram e Facebook. I ggiovani usano soprattutto Instagram, e non parlando di fatti personali, anzi non parlano di fatti familiari. Perchè di personale invece c’è’ molto: su ‘Insta’ gli ego sono giganteschi. Foto di vacanze, di luoghi esclusivi, di festoni come se non ci fosse un domani. Che sembrano dire: c’erano tutti tranne te. Con tanto di hashtag ‘misterioso’ (il più pop e inclusivo, per dire, è #aboutlastnight: chi ne sa, capisce, ma chi invece non conosce l’argomento o il tema di cui si parla rimane del tutto tagliato fuori. E qui, per l’escluso/a, scatta l’invidia o più spesso scattano malinconia e senso di solitudine. Per forza, tutti si divertono, sono in luoghi bellissimi e stanno facendo cose interessantissime. Tutti tranne te, ti ripeti scorrendo tristemente le foto. E subito si insinua il latom oscuro della Forza, cioè quello che avvicina e accomuna Facebook a Istagram, qualsiasi età si abbia: farti sentire un Calimero (o, a scelta, una figlia della serva) 4.0. La depressione da social media non fa distinzione di età’. Fatevene una ragione. E soprattutto contro il male oscuro virtuale, tenetevi sottomano una pastiglia reale.Tipo Xanax.