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Sono capace di stare da solo?

Quello che dice  il mio amico Paolo Marcesini, Direttore editoriale dell’online (e bellissimo) magazine Memo, è un po’ quello che pensiamo noi tutti. In sintesi, Paolo spiega  che un conto è stare a casa sapendo di poter uscire quando si vuole, un altro conto è essere in quarantena e dunque essere chiusi a casa e a chiedersi, costretti dalla quarantena stessa,  se si è capaci di passare il tempo da soli e chi sono le persone con cui davvero vale la pena di passare le ore e i giorni ‘non costretti’ della nostra vita.

Non servono aggiunte a quello che spiega e che scrive benissimo Paolo: credo che sia utile a ognuno di noi leggere questa riflessione per sentirsi un po’ meno soli. Sì, proprio nei momenti in cui ci chiediamo se siamo capaci di stare da soli.

Autunno, andiamo, è tempo di decluttering

Una volta si chiamava cambio armadi, ora il termine è declutter. Che è un po’ come il detox ma degli ambienti di casa. Insomma fare gli armadi + fare ordine. Un’operazione mica pizza e fichi: tant’è vero che chi ci ha visto lungo si è creato una remunerosa professione. Ed è pure diventato famoso. Come la giapponese Marie Kondo che ha scritto libri e ha anche dato il nome al suo metodo: il metodo Kondo, appunto. Ma vogliamo parlare di una banale operazione declutter nelle abitazioni di noi comuni mortali?

La mia giornata ideale

Cosa fareste in una giornata ideale con tutto pagato e vi fosse dato il teletrasporto?

Lo chiedeva l’altra sera il Veec a Radio Deejay (che per me è sempre una fonte inesauribile di spunti). Ci ho pensato un po’: la mia giornata ideale dipende dal periodo dell’anno. Tipo, in queste settimane, che siamo alle prese con il rientro, personalmente ho voglia di rinnovare l’home design (il mobilio!).

Quando non trovi le cose, o degli omini

Omini: pensavo fossero uomini piccoli, in senso di statura morale (e ce ne sono tanti), non di altezza, Ma ieri Anna Sartorio mi ha svelato le verità nascoste. Allora, ogni donna avrà ben presente quando sei in straritardo, ti stanno aspettando  sotto e tu, che sei di frettissima, vai con piglio cazzuto al cassetto delle mutande (o delle calze) o all’armadio per cercare un vestito, e non li trovi. Le mutande erano lì, ce le avevi messe ieri sera dopo la lavatrice, hai anche visualizzato la scena. Il vestito lo avevi appeso l’altro ieri sul suo appendiabito nell’armadio. Ma ora dove saranno? apri tutto, spalanchi i cassetti e ante, fai mentalmente il percorso inverso. Torni in bagno, chiedi urlando (a figli, genitori e tate): “Dove sono le mie mutandeeeee?”.