Yes we can (nonostante tutto).

Che differenza. C’è l’uomo più potente del mondo in entrata che discrimina le diversità e sfotte pubblicamente  i disabili e l’uomo più potente del mondo uscente che per otto anni ha ripetuto ‘Yes we can’. E tutto il mondo gli ha creduto.

Al di fuori di ogni considerazione politica, la frase con cui Obama  è diventato presidente degli Stati Uniti e che ha contraddistinto i suoi due mandati, hanno per me un significato ‘profondo’ e rappresentano un messaggio anche personale: vogliono dire, mi vogliono dire che niente è impossibile, e che se vogliamo, possiamo farlo, posso farlo. Nonostante tutto. Da ieri, cioè dall’ultimo discorso di Obama presidente, si è aggiunto anche  ‘Yes we did’, cioè: sì, l’abbiamo fatto. Perché Volere è Potere. Per l’umanità e per il singolo individuo. Lo ha scritto anche Bebe Vio sotto al suo selfie con Barack stesso (scattato da lui medesimo, che forte), nell’immagine  che ha fatto il giro de mondo: ‘impossible? Don’t know this word’. E se lo dicono loro, vale sempre e comunque.

E poi, bellissimo e commovente, il ringraziamento a Michelle, che è sempre stata accanto al suo compagno, sostenendolo con grazia e forza, anzi ‘grazia, grinta, stile e ottimismo’, credo senz’altro consigliandolo e aiutandolo in ogni scelta. E’ grazie a lei – ha detto Obama – se le donne ora hanno un nuovo modello e vanno verso un ‘next level’, con una nuova consapevolezza. Se Michelle potesse candidarsi adesso, vincerebbe e sarebbe lei il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Speriamo lo diventi presto.

E al termine del discorso? I due se ne sono andati insieme, mano nella mano. E vissero felici e contenti forevermore. Because they can.

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