Riciclate, gente, riciclate

In questi giorni, causa foto pubblicata ovunque della bellissima coppia Colin Firth – Livia Giuggioli, (che ho guardato con giusto un filo d’invidia, lui impeccabile e fascinoso in smoking, lei in un meraviglioso Capucci vintage), ho appreso tutto sugli Oscar della Moda Sostenibile (Green Carpet Fashion Awards), che sono stati assegnati al Teatro alla Scala durante la scorsa Milano Fashion Week, su iniziativa della Camera Nazionale della Moda con la collaborazione di Eco-Age, la società di consulenza della signora Firth.

L’industria della moda è la seconda causa di inquinamento globale del pianeta, dopo quella petrolifera.

Ma, direte, voi, io che c’entro? E soprattutto, che posso fare? Potete contribuire alla grande, fra l’altro dandovi delle grandi soddisfazioni. Tipo: avete presente quella catena di stores fast – fashion fra più diffusi in Europa? Sì, il brand spagnolo, per intenderci, quello con i negozi fuori dalle cui vetrine il sabato pomeriggio si aggirano con espressione vacua /rassegnata un discreto numero di mariti/fidanzati. Voi siete dentro, e state ore a girare tra espositori e stand, gli occhi che brillano per modelli colori e tagli. Per essere poi puntualmente deluse in camerino, perché niente, e sottolineo niente, vi sta bene. Allora, dato che tutti i capi di detto marchio sono una rilettura (in peggio, bisogna dirlo) degli anni ’70 – ’80, oltre che reinterpretazione in chiave low cost di brand altrimenti inarrivabili, datemi retta:  tornate a casa e chiedete alla vostra mamma se ha conservato un capetto di gioventù simile a quello appena visto sui manichini. Sicuramente troverete qualcosa (da riattualizzare un po’, ma vabbè), e soprattutto quel qualcosa (cappottino, giacca, gonna) sarà confezionato con stoffa “vera” e non plasticosa misto acrilico/misto idrocarburi.

Vogliamo un esempio decisamente pop? Barbara D’Urso, che ogni domenica re – indossa abiti già portati 10 – 15 anni fa in sue tramissioni (più che altro lei lo fa per sottolineare come le regge il fisico e forse anche perché la hanno accusata di troppi cambi d’abito. Comunque al di là delle sue ragioni l’esempio è da seguire).

Insomma, riciclate: risparmierete, contribuirete a non inquinare il pianeta, eviterete delusioni da camerino e manterrete il peso forma (a questo però Livia Firth non aveva pensato, scommetto).

Foto Stefano Rellandini

 

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