Le Golden Rules dei #40

Un carissimo amico scorsa settimana ha compiuto 40 anni. E il suo stato d’animo era altalenante tra ‘festa festa’  e  ‘oddio  sono vecchio’.  Cosa che a me, Laura ed antri amici fortysomething ha fatto molto ridere.
Perché 40 is the new 30, perché a 40 anni non succede un bel niente, perché è dai 41 che il meglio deve ancora venire.

Se volessimo far le cose seriamente, allora noi fanciulle cresciute dovremmo abbattere il giornalaio che dai 35 ti chiama ‘signora’ invece di dirti ‘ciao’ e ti fa capire in un amen e senza tanti giri di parole che sei cresciuta.

Poi compi 40 anni, e un po’ ci rimani male, perché non noti davvero nessuna differenza. Ma:

a 41 ti si abbassa di colpo la vista. Te ne accorgi il giorno in cui non riesci più a leggere il bugiardino della tachipirina (chiudi gli occhi, li sfreghi e li riapri, ma proprio non metti a fuoco).

A 42 e 43 anni te ne senti 15, ma capisci che i ‘veri’ 15enni ti vedono come un Matusalemme, e si aspettano che tu da Matusalemme ti comporti, e se accenni una canzone di Jovanotti o dimostri di conoscere Rovazzi ti sbirciano in obliquo quasi come se gli facessi pena.

A 44 anni ti ritrovi una sera in gruppo con gli amici coetanei urlacchianti e bevuti di mojito e di spritz a saltellare ascoltando i Duran Duran, gli Spandau Ballet o i Simple Minds.

A 45 fai lo spoglio dell’armadio, eliminando tutti quegli outfits che ti farebbero sembrare ‘too much’ o ‘giovanile’ (giovanile sarà tu’ nonna).

Comunque più sale l’età, più cresce la scemarola/ridarola: io a 20 anni ero molto più seriosa, e molto più paurosa del giudizio altrui. Adesso dei giudizi me (ce) ne freghiamo e ogni giorno tagliamo dei colletti che manco una sartoria. Perchè i giudicanti siamo noi. Quindi, splendidi quarantenni, andiamo a comandare (in ciabatte nel locale, così capiscono meglio).

E infine, una meravigliosa citazione di Iris Apfel, 93enne it girl, da George Bernard Shaw: «La giovinezza è una cosa magnifica, che crimine sprecarla nei ragazzi»

 

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