Giuseppina Sansone: capi essenziali anche nell’adaptive fashion

 

Iniziamo la collaborazione con la stylist torinese Giuseppina Sansone, consulente di immagine e docente di Image Consulting presso l’Accademia del Lusso di Milano, focalizzandoci sui capi base che non devono mai mancare nel guardaroba di OGNI donna (includendo tutte le categorie disability e ability). Giuseppina ci aiuterà a orientarci in quelle che sono le linee guida generali dell’abbigliamento adaptive; per poi approndire nelle prossime ‘puntate’, dandoci tips and tricks di portabilità e scegliando, fra i capi più di tendenza nella prossima estate, quelli adatti anche a vestire donne in carrozzina o con disabilita standing.

Quali sono i capi indispensabili che donna con difficoltà motorie che deve avere nel guardaroba?

Nei miei 15 anni di lavoro come consulente d’immagine ho potuto accertare la veridicità dell’assioma che stabilisce che un guardaroba realmente sfruttabile è costruito per circa il 70% da capi basic. I capi basic hanno la caratteristica dell’assolutezza intesa come qualità che non può essere condizionata o limitata in qualche modo. Ciò vuol dire che capi del genere valicano le tendenze moda perché la loro essenzialità, la semplicità e la pulizia delle linee li rendono sempre portabili. Sono fluidi, trasversali di stagione in stagione così con buon gusto e creatività sono interpretabili in più occasioni. Inoltre sono capi estremante pratici e facili da indossare, escludendone alcuni, ad esempio la classica camicia che per una donna disabile potrebbe essere difficile da abbottonare.

Quali tessuti è preferibile scegliere, soprattutto tenendo conto della giornata da trascorrere sedute in carrozzina ?

Naturalmente suggerisco di indossare le fibre naturali, per favorire la traspirazione della pelle. Fibre di cellulosa: cotone e lino; e fibre animali: lana e seta. Con un’osservazione: meglio se le fibre sono riciclate.La moda low cost prodotta negli ultimi 10 anni circa si è avvalsa di una filiera produttiva del tutto insostenibile, sia dal punto di vista delle materie  impiegate, sia dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse energetiche, naturali e umane. Ciò ha riversato sul mercato circa 70 milioni di tonnellate di fibre sintetiche. Le fibre man-made, così chiamate, sono oggi le materie prime più utilizzate per produrre capi di abbigliamento. Dagli anni ‘90 il poliestere è la materia più diffusa superando il cotone considerato la regina delle fibre fin dai tempi della rivoluzione industriale. Quindi leggere bene la composizione dei tessuti sull’etichetta del capo.

Ci sono capi, nelle varie collezioni p/e dei brand che potrebbero andar bene anche per una donna con stampelle e/o in carrozzina e che quindi meritano un occhio di riguardo o un piccolo investimento?

Suggerisco di investire in pantaloni morbidi, destrutturati magari con laccetti o coulisse al posto dei passanti e delle cerniere. Sono molto più pratici da indossare. Si possono sostituire le camicie classiche con maglie tipo polo, con colletto in modo da dare l’idea della classica camicia. Magari da indossare in ambito lavorativo per dare un tono professionale. Sopra per definire il look andrà bene un blazer anche questo destrutturato e morbido. Riguardo le scarpe andrebbero bene un paio di mocassini o sleeper colorate. La scarpa diventa così un dettaglio creativo ed unico in grado di personalizzare il look. Entrambe le tipologie di scarpe suggerite sono facili da infilare e sfilare.

Nella foto: l’attrice Selma Blair, che da circa quattro anni ha fatto ‘coming out’ della sua sclerosi multipla, non rinuncia al suo glamour e definisce il bastone un ‘great accessory’, un importante accessorio. Photo: Instagram