Bellezza, inclusività e disabilità: stiamo davvero facendo abbastanza?

Come i brand stanno affrontando il gap beauty/disabilità e perché dobbiamo parlarne (di più). Elle.com/uk 2020 – Charlotte Bidmead

Nel Regno Unito sono circa 13,9 milioni le persone che vivono con una disabilità. È un numero incredibilmente alto se si considera quanto spazio viene dedicato alla disabilità dai media. La risposta è: pochissimo. Tuttavia, l’industria della bellezza sta iniziando a cambiare questo paradigma, a cominciare da Gucci Beauty. Il marchio ha infatti lanciato a marzo 2020 il suo nuovo mascara L’Obscur, e ciò che ha davvero funzionato come game – changer della comunicazione sono state le immagini che hanno accompagnato l’uscita del prodotto: infatti uno dei volti della campagna – che ha avuto molti elogi per la sua inclusività –  è stato quello di Ellie Goldstein, una modella di 18 anni dell’Essex con la sindrome di Down. La foto con il volto di Ellie è diventato il post Instagram più apprezzata del marchio.

Ma, considerando l’ondata di risposte positive, qual è il motivo per cui c’è voluto così tanto tempo prima che un marchio di bellezza di lusso facesse una dichiarazione di inclusività della disabilità?E, più precisamente, perché dovrebbe essere ancora considerata una mossa audace realizzare prodotti di bellezza che possono essere utilizzati da tutti, non solo dalle persone normodotate?

Secondo la BBC, sempre nel Regno Unito le persone con disabilità in fascia lavorativa sono circa sette milioni. Nonostante il fatto che vivere in UK costi £ 550 in più al mese se si è una persona disabile, la “sterlina viola” (cioè la spesa proveniente da persone con disabilità) vale circa 249 miliardi di sterline/anno. Anche non valutando la questione da un punto di vista morale, sembra finanziariamente illogico escludere o scoraggiare una così ampia fascia demografica della popolazione dall’accedere all’industria della bellezza. L’inclusività della disabilità dovrebbe estendersi ad ogni campo, dalla rappresentazione delle persone disabili: dalle campagne pubblicitarie, alle esperienze di acquisto consapevole, ai brand che progettano prodotti che soddisfano specificamente determinate disabilità. Per fortuna, negli ultimi anni, c’è stata un’ondata di marchi indipendenti che sperano di colmare questo gap e di rendere più facile per le persone con disabilità apprezzare il ‘potere’ del trucco.

È ingenuo, e francamente offensivo, pensare che solo perché si ha una disabilità, il processo di applicazione del trucco possa non piacere. “Le persone disabili sono come tutte le altre e amano le stesse cose delle persone normodotate”, afferma Emma Muldoon, di Simply Emma, ​​il principale blog inglese su viaggi e disabilità. “Penso che molte persone che non abbiano incontrato la malattia o la fragilità, non se ne rendano conto o dimentichino il punto: noi persone disabili desideriamo esattamente le stesse cose di quelle normodotate e, per molte persone disabili, come me, questo include la passione per il make up ed il mondo beauty”. Emma ha ha una patologia che porta al progressivo deperimento muscolare, che limita la sua forza e non le permette di alzare le braccia per truccarsi: ”Applicare il make up per me è come un allenamento. La schiena, il collo e le braccia mi fanno male, e  quando applico il trucco ‘normalmente’ mi stanco molto. La debolezza muscolare influisce sulla mia capacità di tenere uno spazzolino da denti, quindi figuriamoci una matita o un rossetto”. Fortunatamente, il marchio Kohl Kreatives ha reso il processo molto più semplice, grazie ai suoi pennelli per il trucco flessibili che si piegano per rendere l’applicazione del trucco più facile e molto più confortevole. I pennelli, in materiale vegano, presentano una base facile da impugnare in una varietà di forme che consentono di arrivare in punti del volto difficili da raggiungere. Inoltre, una percentuale del ricavato viene donata alla sua organizzazione benefica Kohl Kares, che si concentra sull’empowerment delle persone attraverso il trucco.

Un altro beauty brand specializzato nella precisione dell’applicazione e che incoraggia l’inclusività della disabilità nel campo della cosmesi è Guide Beauty. Fondata da Terri Bryant, ex truccatrice Dior, Guide Beauty è stata creata dopo che a Bryant è stato diagnosticato il Parkinson.

“L’arte del trucco richiede spesso un alto livello di precisione e belle capacità motorie”, ha detto Bryant a Elle. ‘Disegnare una linea retta di eyeliner e definire le sopracciglia simmetriche sono solo alcuni esempi di tecniche che molti utenti di trucco trovano impegnativi e richiedono molto tempo. ‘Cinque anni fa, dopo aver notato alcune mie difficoltà, mi è stato diagnosticato il Parkinson. La mia esperienza personale e il cambiamento delle mie capacità mi hanno permesso di sentire davvero dove gli strumenti e i prodotti tradizionali possono non riuscire a ottenere grandi risultati”.

Osservando come gli utenti con una serie di disabilità hanno avuto difficoltà con gli attuali prodotti per il trucco, Guide Beauty ha creato eyeliner, mascara e un gel per sopracciglia progettati per offrire comfort e precisione durante l’applicazione del trucco. l’obiettivo finale non è trovare un ‘aggiustamento’, un rimedio, ma realizzare una vera inclusione”. Quando si tratta di trucco e abilità diverse, si sia creato da tempo un malinteso sul fatto che o si creano prodotti per coloro che non sono disabili, oppure per qualche mercato di nicchia che si rivolge a persone una specifica disabilità e limitazione fisica. “Questi mondi invece non si escludono a vicenda, anzi – afferma Bryant – sono stata in grado di scoprire un modo migliore e valido per tutti di applicare il trucco proprio perché, una volta affetta dal morbo di Parkinson, i sintomi della patologia hanno iniziato a influenzare la mia capacità di truccarmi con precisione e facilità. L’obiettivo finale è stata proprio la creazione di un prodotto for all”. (E  il fatto che recentemente l’attrice Selma Blair, colpita da sclerosi multipla, si sia unita  al brand come Chief Communication Officer ha rafforzato l’identità di Guide Beauty n.d.r.)

Tutti le fan del winged eyeliner sapranno che perfezionare quell’occhio da gatto, con un angolo netto e deciso verso  l’alto è, nel migliore dei casi, difficile. Se a ciò si aggiunge una disabilità fisica il tratto preciso è quasi impossibile da ottenere. La truccatrice Veronica Lorenz ha deciso di rendere possibile l’impossibile creando The Vamp Stamp , messo a punto dopo aver sviluppato un tumore benigno del midollo spinale cervicale che le ha lasciato poca sensibilità alle mani.

Come suggerisce il nome, il prodotto presenta un timbro appuntito che, se allineato con la coda dell’occhio, può creare un ‘occhio di gatto’ impeccabile, eliminando un sacco di frustrazione e tempo perso . “È molto importante sentirsi bene con se stessi e con il proprio aspetto ed  essere self – conscious”, ha detto Lorenz. ‘Il trucco dà questo a donne e uomini: se ti senti bene, stai bene. Non rimpiango di essermi ammalata perché ho imparato molto e non sarei dove sono oggi se non fosse per questo”.

Le disabilità non stanno tutte in una unica ‘scatola’. Infatti, in molti casi, la disabilità è ciò che non puoi vedere, piuttosto che ciò che puoi. Secondo il NHS (National Health Service), nel Regno Unito sono quasi due milioni le persone ipovedenti gravi o non vedenti. Molti beauty brand, per rendere più semplice l’utilizzo dei prodotti includono il braille sulle loro confezioni, ma questa modalità non è ancora abbastanza diffusa. L’Occitane, marchio per la cura della pelle e per il corpo, ad esempio, ha il braille su circa il 70% delle sue linee di prodotti, mentre il resto è costituito da oggetti più piccoli come i saponi, dove il braille è più difficile da includere nelle confezioni. I brand per la cura della pelle e di body care Bioderma e BECO presentano il braille sulla confezione esterna dei loro prodotti. Laddove gli sforzi dell’industria con il braille falliscono è con il make up. Ma se i marchi di trucco presuppongono che le persone ipovedenti non vogliano indossare il mascara, allora si sbagliano di grosso.

A meno che il marchio non abbia un packaging distintivo (vadi Too Faced), può essere frustrante cercare di distinguere i prodotti di bellezza. La YouTuber di bellezza e moda Molly Burke ha creato e applicato sue etichette braille sui prodotti senza segni distintivi, come ad esempio gli ombretti singoli, in astucci senza simboli tattili . “Uno dei vantaggi di essere una ragazza cieca è che posso uscire di casa ed essere sicura di me senza trucco come lo sono con il trucco, ma, comunque, preferisco truccarmi,” spiega in un video.Attraverso tutorial di trucco mirrorless, Burke prova e testa nuovi prodotti, oltre a mostrare ai suoi follower come applicarli. “Essere in grado di usare le mie mani mi assicura di poter coprire prima ogni centimetro del mio viso con esse, solo dopo uso un un pennello”, spiega

Non esiste un “modo adatto a tutti” quando si tratta di disabilità. Le esperienze e le condizioni di ognuno sono diverse, così come il rapporto con la bellezza. Adattare la routine alle esigenze individuali è un’abilità immensa che il mondo della bellezza deve affrontare e rendere più facile, piuttosto che ignorare. “Sicuramente non si parla abbastanza di questo argomento e si dovrebbe fare di più”, afferma Emma Muldoon. “Penso che un motivo sia la paura. I marchi temono di dire o fare cose sbagliate che possono offendere le persone disabili. Ma attraverso la conoscenza e l’uso di un linguaggio corretto, i brand potrebbero rimuovere quel timore e avere un marketing inclusivo e prodotti veramente for all”.