Robe da quarantena: la tinta e il discorso della regina

Questa quarantena ci sta offrendo, volenti o nolenti, nozioni di manualità e fai da te. Si fanno in casa grandi crostate, si sforna il pane ‘cresciuto’ grazie all’ultimo quadrettino di lievito trovato al supermercato ( si sa, gli italiani sono un popolo di santi, navigatori) e panificatori, si sferruzzano maglioni o coperte con vecchi gomitoli di lana trovati in soffitta.

E poi vabbè, un po’ di autostima ci sta.  Che, anche se non ci vede nessuno, ci vediamo noi stessi: quindi vai con le video lezioni scaricate dal pc per dimagrire, e in 30 giorni avere la tartaruga addominale, cosce e glutei che manco Naomi Campbell (adesso le lezioni si chiamano challenge, sappiatelo).

Io at home mi sono fatta il colore ai capelli. Si, perché al 30° giorno di reclusione in casa non puoi non avere una ricrescita che ti salta all’occhio (e ti dà sui nervi) ogni volta che passi davanti ad uno specchio, e che probabilmente notano anche quelli che si collegano per le videocall. Quindi, dopo un’accurata indagine e ricerca di notizie sul web relative a sfumatura del colore, durata, semplicità di applicazione e praticità di esecuzione (haircolour for dummies), e una volta comprata in farmacia la confezione, la scena è stata questa: chiuse in bagno con mia mamma, abbiamo letto le istruzioni, poi io mi sono messa seduta con mantellina e asciugamano come dal parrucchiere mentre lei trafficava tra tinta, capelli e mollettoni. Insomma, ci siamo addentrate nell’ignoto, come due esploratori (anzi, un esploratore e una cavia), ma il frutto di cotanto coraggio ci ha premiate perché il risultato è stato veramente buono, è andata bene, il colore della tonalità giusta e la copertura efficace. Il pensiero è andato spontaneo alle mie zie che una ventina di anni fa facevano venire la pettinatrice a casa, ogni volta all’alba quasi la piega fosse un rito segreto, e lei come colore usava quel cachet che dava quella tipica tonalità azzurrina alle loro chiome permanentata. Alla fine le zie sembravano un po’ le fatine agée della Bella Addormentata.

E a proposito di permanenti azzurrine e di chiome sbarazzine, non posso fare a meno di pensare al discorso che ieri sera ha tenuto  la regina Elisabetta (che a 93 anni ci seppellirà tutti, alla faccia del corona virus ne resterà una di corona, e basta). Dicevo, Lizzie ha parlato alla nazione chiedendo ai sudditi self discipline e raccomandando di restare uniti. Ha ricordato il suo primo discorso al Paese, che, quattordicenne, tenne insieme alla sorella Margaret, per incoraggiare i ragazzini inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940. Lei c’era già! La cosa che ci rassicura è che comunque la regina attraverso una guerra ci è già passata. Ed è sopravvissuta, molto bene peraltro. Altro che azzurrino, viva il verde speranza (colore dell’abito indossato da Elizabeth ieri). Niente panico, siamo inglesi (e so’ gajarda).

#GodsavetheQueen.

 

 

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