La pioniera dell’Adaptive Fashion

 

L’HO INTERVISTATA! Sì, proprio lei, Izzy Camilleri, la pioniera della moda adattiva che con il suo brand Iz Adaptive (izadaptive.com) ha reso possibile a migliaia di persone disabili motorie vestirsi in modo autonomo, allo stesso tempo togliendo agli abiti abitualmente indossati dalle persone in carrozzina quella polverosa patina color grigio tristezza e proponendo t – shirt, jeans, giacche, giubbotti smart e modaioli. Piccolo riassunto: l’adaptive fashion è una tipologia di abbigliamento che rende più semplice l’atto del vestirsi e che si adegua alle necessità di chi ha limitazioni fisiche o percettive e sensoriali. La moda adaptive, che in italiano viene tradotta in moda flessibile o adattiva, non è tanto diversa nei modelli quanto nei dettagli: dalle abbottonature che prediligono magneti o velcro al posto di zip e bottoni, cinture senza fibbie e passanti, chiusure con piccoli tiranti a scorrimento che permettono la chiusura o la regolazione dell’ampiezza con una sola mano.

Chi è Izzy Camilleri: una degli stilisti più celebrati e innovativi del Canada, che ha disegnato abiti per 33 anni per clienti nazionali e internazionali, e ha vestito Meryl Streep ne il Diavolo Veste Preda, inoltre Angelina Jolie, Jason Momoa, Daniel Radcliffe. I suoi modelli sono stati presentati in pubblicazioni da Vogue, InStyle, Harper’s Bazaar e Forbes, fashionista.com.

Nel 2009 nasce la rivoluzionaria IZ Collection, una linea di abbigliamento adattiva creata per gli utenti su sedia a rotelle.

Racconta Camilleri: ”Tutto è iniziato nel 2005, con la creazione di un mantello per una donna su sedia a rotelle, tetraplegica, paralizzata dal collo fino alle dita dei piedi. Proprio lavorando con questa cliente, sono arrivata a comprendere e a riflettere sulle molte sfide relative all’abbigliamento per persone disabili. Dopo aver prodotto diversi capi per questa signora, mi sono resa conto che c’era un grande un vuoto nel mercato per questo tipo di abbigliamento, quindi nel 2009 decisi di creare una linea di abbigliamento adatta alle persone che vivono con una disabilità”.

Il know how acquisito in 33 anni di lavoro come designer e come costumista le sono serviti molto: “Avere l’esperienza e il background che ho, mi ha sicuramente aiutato”. Ma aggiunge: “Ho dovuto quasi ripensare tutto e creare nuovi modi di disegnare e di creare la collezione”.

Il modo di produrre è cambiato, abbattendo anche le barriere di reperibilità dei capi , attraverso la creazione di uno shop on line facilmente accessibile da ogni parte del mondo, izadaptive.com:

“Il primo pezzo che ho creato è stato un mantello di montone per la mia prima cliente. Ha funzionato molto bene e la cliente mi ha chiesto di realizzarne un altro in lana di cashmere e un altro in denim. Ora abbiamo un negozio online: izadaptive.com, dove le persone possono ordinare pezzi dal nostro inventario. Non facciamo più personalizzato. Ora la collezione è composta da capi basic, quindi siamo in grado di servire molte persone. La nostra clientela è in percentuale composta da un 60% uomini e circa 40% donne”.

Camilleri crede nella causa – effetto ‘vestirsi bene = stare meglio’: “sì, sono d’accordo sul fatto che la nostra collezione dia a chi la indossa più sicurezza, senso di sé, comfort, dignità e molto altro ancora”.

Aggiungerei che secondo i dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 15% della popolazione mondiale convive con una qualche forma di disabilità, quella delle persone disabili rappresenta la più grande minoranza al mondo. E’ anche una categoria nella quale ciascuno di noi può trovarsi ad essere inserito, anche solo temporaneamente: non si sa mai quello che può accadere nella vita.

Nel mondo le persone disabili sono circa 1 miliardo ovvero 15% della popolazione; in Italia i disabili sono circa ci sono 3,1 milioni di persone.

Nel 2022 il mercato della moda adattiva vale 267,2 miliardi di dollari, si prevede che per il 2026 questa cifra cresca a 400 miliardi

I costi per creare una linea adattiva sono gli stessi che si hanno nel creare ex novo una linea una nuova linea di un brand di moda: la differenza sta nel tempo che devono impiegare designer e produttori per parlare con i medici e anche con le persone disabili.

Sapete come la penso: anche in Italia i brand dovrebbero prendere atto di questo mercato sommerso, di questo bisogno non detto, facendolo ‘uscire allo scoperto’ anche con campagne pubblicitarie e/o di comunicazione ad hoc a supporto delle linee adaptive. Ricordiamoci che moda è un veicolo importantissimo di integrazione culturale e sociale, un potentissimo (e reale e quotidiano) mezzo di inclusione reale, per abbattere le barriere soprattutto mentali, che tutti, persone abili e disabili, purtroppo ancora abbiamo