In ciabatte in tangenziale

No, perche’ io capisco tutto. Prima cosa che fa caldo. Poi, che c’è stato il ’68, le lotte di classe e le battaglie per l’emancipazione, che sono servite anche a rivendicare una certa libertà nell’abbigliarsi. Dicevo, credo di essere in grado di comprendere.

Però ragazzi, dai, un po’ di buon gusto, o meglio, di buon senso. Sì, dico a voi, voi che vi aggirate, in centro come ai giardinetti sotto casa, ciabattando con le infradito in gomma (vi manca il telo da spiaggia sulla spalla e poi il look sfatto da rientro dalla spiaggia è completo). E dico anche a voi, signore e signorine non proprio in formissima che indossate i leggings (con sopra t shirt longuette che dovrebbe coprire i punti strategici, che la mettete a fare?). E a voi, signori agée che fate le commissioni su una graziella scassatissima, in canottiera, calzoncini, calzini bianchi e sandalo tedesco. Quanto alla canotta  – magari nera e traforata – indossata ad hoc perché si vedano i tatuaggi su braccia e schiena, non mi soffermo (anche perché avrei paura a soffermarmi davanti ad un tipo così).

Insomma, perché? Perché ci tenete tanto ad imbruttirvi al grido di ‘ ma chi se ne frega’? Tanto la verità vera è che non siete masochisti/e, e quindi alla fine non vi piace essere brutti/e. Basta poco. Vogliatevi bene. E vogliatene un po’ anche al prossimo.

 

 

 

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